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SITO UFFICIALE "LE FORMICHE DI GIULIA"

Foto di Giulia

17 dicembre 2009 - La Festa di Giulia

Oggi Giulia avrebbe compiuto 18 anni. 

Come le sue coetanee avrebbe avuto l’occasione di festeggiare questa giornata insieme ai suoi amici e parenti, avrebbe scartato i regali ricevuti e io, come di prassi (almeno in quelle feste a cui ho partecipato), avrei avuto l’onere ma ancor di più l’ONORE di ballare con lei, sicuramente mi sarei reso ridicolo ma vederla sorridere avrebbe compensato il mio impaccio. 

Bello immaginare una giornata così… 

Giampiero ha iniziato a parlare di organizzare un evento che fosse soprattutto in onore di Giulia, pensare a qualcosa che fosse organizzato per lei in prossimità del Natale e soprattutto vicino al suo compleanno ci spaventava non poco, ma… “Bello immaginare una giornata così…” e proprio questo pensiero ci ha fatto decidere che questo giorno doveva essere festeggiato, doveva essere una giornata particolare nella quale le persone che l’hanno conosciuta avrebbero in qualche modo avuto modo di incontrarla di nuovo. Descrivere questa giornata è impossibile, è stata troppo perfetta !!! 

Dopo la S. Messa ci siamo trovati tutti all’ “Hotel Arco di Travertino ” in una bella sala, capiente, addobbata e preparata da Nicoletta e da una sua amica e arricchita da un ottimo buffet. L’atmosfera è stata serena, difficile da spiegare, quasi surreale ma vera e sincera come l’amicizia che ci è stata dimostrata da tutti i partecipanti, circa 150 persone. 

Come si può spiegare una serata così incredibile, abbiamo goduto della presenza di Giulia senza vederla ma respirandone la sua vicinanza.
Durante la serata c’è stata la proiezione di un video realizzato da Renata, che illustrava tutto il percorso di Giulia e dell’Associazione, poi ho introdotto degli interventi speciali di Giampiero, Paola, Francesca e a chiudere Anna. 

Ma il vero scoop o meglio la “carrambata” della serata è stata la telefonata di Padre Arsenio dall’America del Sud, dove era in visita pastorale come Padre Provinciale.
E’ giunta al momento giusto e in viva voce ha parlato a tutti, è stato il regalo più bello, inatteso e perfetto. 

Auguri Giulia! 

Tutti i ragazzi e bambini presenti hanno spento le candeline di Giulia, si perchè non abbiamo lasciato niente al caso, c’era anche una splendida torta.
Dire che tutto è stato perfetto, lo potete solo immaginare se non siete stati dei nostri, tutto è andato come doveva, abbiamo festeggiato una ragazza splendida senza di Lei ma per Lei, per dimostrarLe che l’amore che proviamo è vero perchè attuale . 

Noi avevamo paura di cadere nella commemorazione e nel pietismo, credetemi è stato tutto il contrario, è vero che abbiamo pianto ma con il cuore sereno che stavamo facendo il giusto.
Abbiamo raccontato questo giorno diverse volte a persone che non hanno pouto esserci, ogni volta ci vengono alla mente sfumature diverse, oggi possiamo solo ringraziare chi ci ha sostenuto, aiutato e guidato in questa difficile scelta, anche se molto spesso ci consolava il fatto che se tutto si stava compiendo senza nessuna difficoltà era un segno che fossimo sulla strada giusta e che Giulia ci stava aiutando. 

Tutti i partecipanti hanno poi donato qualcosa come regalo per Giulia e potrete vedere in “Progetti” come abbiamo utilizzato questo regalo, la prima occasione di realizzare qualcosa con il suo nome è arrivata il giorno dopo quando abbiamo aderito alla realizzazione del pranzo di Natale per i poveri di Roma offrendo la frutta. 

Canzone dedicata a Giulia

Testo canzone

Piangere fa male
Ma è troppo presto e non lo posso sopportare
Un turbine nel cuore
Un senso di amarezza mi attraversa mentre chiedo Dio Perchè a me?

La vita parte in quarta
Non gioca a nascondino contro chi mi guarda Percorre tappe su quel muro bianco mentre Quella lacrima va
Ma in gran segreto perchè il mondo mai
Lo sapr
Che piango anch’io
Che vivo anch’io di sogni
Di quelli che già so che non realizzerò mai
La morte è troppo dura da affrontare a 15 anni Se vivere non hai potuto nè potrai

Rit.
Ma penso a chi mi ha amato A chi non ha scordato
Lo sguardo di Naummina La bimba del passato Per chi me l’ha celato
O almeno ci ha provato Io volo nel silenzio
Di chi me l’ha prestato
E volo via
Io torno lassù
Per questa partita in cui Non puoi tornare più giù

Mamma non tremare
Se questa mia canzone avrai il tempo di ascoltare Tu che stringi la mia foto tra le braccia Semplicemente mi han chiamata
Dove c’è più bisogno di me

Rit.
Ma penso a chi mi ha amato A chi non ha scordato
Lo sguardo di Naummina La bimba del passato Per chi me l’ha celato
O almeno ci ha provato Io volo nel silenzio
Di chi me l’ha prestato
E volo via
Io torno lassù
Per questa partita in cui Non puoi tornare più giù

E questa mia canzone
La dedicherò a chi mi ha prestato un’emozione Una farfalla un fiore
La pioggia di collina
La sveglia di mattina
Papà che triste ride per un 3
Il tempo per l’amore
Non l’ho mai avuto per la vigliaccata di un tumore Ma tu che già mi hai amato e non mi hai mai scordato Se è vero che ci sono ancora nei tuoi sogni
Devi ricordare che…
Che il sorriso di giulia
Da sempre brilla su di te…

Rit.
Ma penso a chi mi ha amato A chi non ha scordato
Lo sguardo di Naummina La bimba del passato Per chi me l’ha celato
O almeno ci ha provato Io volo nel silenzio
Di chi me l’ha prestato
E volo via
Io torno lassù
Per questa partita in cui Non puoi tornare più giù

Piangere fa male… E io non piango più

Lettera di Giulia ai suoi Genitori

Per Mamma & Papà                         25.12.2006

Ciao!!!

Vi scrivo questa lettera in occasione del Natale che spero trascorreremo a casa,

anche se l’unica cosa che conta è che noi 3 stiamo insieme.

Ho deciso di buttar giù queste due parole perché non sono sicura che il mio regalo

arrivi in tempo, anche perché la sua “preparazione” richiede molto tempo,

e allora credo sia doveroso spiegarvi almeno di cosa si tratta.

 

Allora…

 

Quest’anno non è stato uno dei migliori, sono successe tante cose strane,

nuove e, a volte, tristi, ma tuttavia non posso definirle brutte,

perché in fondo sono sempre esperienze che abbiamo vissuto insieme

e che sono servite a consolidare il nostro rapporto e a conoscerci meglio come famiglia.

Da qui parte l’idea del mio regalo.

 

Durante la malattia, devo ammetterlo, ho pensato spesso e volentieri di essere

la persona più sfortunata del mondo, e per questo mi vergogno di me stessa

e mi considero cattiva ed egoista.

Non ho pensato che ci sono persone nel mondo che, oltre alla malattia,

devono combattere contro fame e povertà.

 

Per questo ho deciso di “regalarvi” (anzi, regalarci!) un’adozione a distanza.

Ho già parlato con Padre Arsenio e non so se i documenti per l’adozione arrivino

in tempo per Natale.

 

Comunque, ora sapete in ogni caso qual’è il mio regalo e, a proposito,

ho deciso che il bambino da chiedere in affidamento sia egiziano,

perché so che in questo periodo se la passano peggio degli altri.

 

Forse non ci arriverà la foto del bambino, perché gli orfanotrofi sono molto affollati

e i sacerdoti non hanno tempo per queste cose.

 

Spero di avervi fatti felici, mi dispiace di non avere un regalo che possiate scartare,

ma spero così di lasciarvi sorpresi.

 

Un bacio ai genitori migliori del mondo sotto ogni aspetto.

Buon Natale

Giulia

To Mommy & Daddy

 

Ciao!

 

I am sending you this letter on the occasion of Christmas.

I hope we will be able to celebrate this feast united at home, but the most important thing is that we will be together.

I have determinate to write this small message because I don’t know if my present for you will arrive right before the festive season;

in fact its ”arrangements” needs a lot of time.

Then, at this moment in my opinion I must to explain at least what’s it all about.

 

Let’s go…

 

Last year has not been one of the best!

A lot of peculiar and new things have happened:

some of those things have been sad, but I can not to qualify them as ugly because at heart we have lived those experiences together and it has helped us to consolidate our relationship and to knows us better as a united family…

This is the source where my gift has born.

 

I must to accept that during my illness I thought several times that I am the most unfortunate person at world and I am ashamed of it and I consider me a selfish and bad person.

I have non thought that in the word there are persons who in addition to illness have to fight off famine and penury.

 

That is because I have decided to “give you” (better, to “give us”!) a present:

to  adopt one orphan boy from a catholic Mission.

I have spoken about it with Fr. Arsenio and I don’t know if necessary documentation will arrive at time, before Christmas.

Anyway, now you know my present

 

That reminds me! I have decided that the person we will ask to custody will be an Egyptian boy (or girl) because at the moment they are in trouble mor than another ones.

May be we will not receive his photography because orphanage are filled to capacity and priests are very busy and they have not time for this questions.

 

Anyway I hope this present will keep you happy.

I am sorry because I have not a present for you to unwind but I hope I have given you a beautiful surprise.

I kiss you, Mommy and Daddy.

You are really the best parents in the world strictly speaking!

Merry Christmas!

 

Giulia

Para Mamá & Papá

Ciao!!!

Os escribo esta carta con ocasión de la Navidad, que espero pasaremos en casa,
aunque lo único importante es que estemos juntos los tres.

He decidido escribir estas dos líneas porque no estoy segura de que mi regalo llegue a tiempo, entre otras cosas porque su “preparación” necesita tiempo.

Por eso creo que debo explicaros al menos de qué se trata.

Vamos allá…

Este año no ha sido uno de los mejores. Han sucedido cosas extrañas, nuevas, a veces tristes pero que no puedo calificar de feas porque, en el fondo, han sido experiencias que hemos vivido juntos y que han servido para consolidar nuestra relación y conocernos mejor como familia…

De aquí nace la idea de mi regalo.

Debo admitir que durante la enfermedad he pensado muchas veces que soy la persona más desafortunada del mundo;

y por eso me avergüenzo de mí misma y me considero egoísta y mala.

No he pensado que en el mundo hay personas que, además de la enfermedad, deben luchar contra el hambre y la pobreza.

Por esto he decidido “regalaros” (mejor dicho: ¡regalarnos!) una adopción a distancia.

Ya he hablado de ello con el Padre Arsenio y no sé si los documentos necesarios llegarán a tiempo, antes de Navidad.

De todos los modos, pase lo que pase, ya sabéis cuál es mi regalo.

A propósito: he decidido que el niño para pedir en custodia sea egipciano, porque sé que en este momento son los que peor lo pasan.

Puede ser que no nos llegue la fotografía, porque los orfanatos están llenos y los sacerdotes no tienen tiempo para estas cosas.

Espero que esto os haga felices. Lamento no tener un regalo que podáis “desenvolver”, pero espero haberos dado una bella sorpresa.
Un beso a los mejores padres del mundo en todos los sentidos.

¡Feliz Navidad!

Giulia

Lettera a Giulia di Pedro Aliaga

GLI ANGELI ESISTONO, IO NE HO VISTO UNO

(Giulia Songini, Roma 1991-2007)

di Pedro Aliaga

 

I suoi genitori, Paolo e Anna, sono di quelle persone buone e affettuose, perchè lo sono, Cristiani di quelli veri, li ricordo tutte le domeniche nella messa di San Carlino, animando la celebrazione con canti e letture. Erano – sono – di quei buoni amici della comunità, che condividevano le loro cose con noi, in indimenticabili momenti di chiacchiera nel giardino. La più grande gioia per questa giovane coppia, ci è arrivata come notizia sorprendente una domenica del 1991: una scatola di “Caridinal Mendoza” in sacrestia, con un biberon dentro. Stavano per diventare genitori! E un giorno di San Giovanni de Matha, il 17 dicembre 1991, è nata Giulia. Doveva nascere in questa data!

I lettori potranno immaginare la festa che c’era le domeniche a San Carlino
Quando vedevamo arrivare i genitori con la creatura nella carrozzina. Venti frati intorno alla carrozzina, parlando piano, piano per non svegliarla, dedicandole le migliori benedizioni e complimenti del repertorio spagnolo e italiano per celebrarla. Paolo e Anna volevano battezzarla a San Carlino, “la loro Chiesa”. Non è stato possibile, perchè non è parrocchia. Però dato che in questa vita tutto si può sistemare, è stata battezzata a San Vitale. E noi frati siamo andati lì con chitarre e mandolini, per cantare la gioia di Giulia che diventava cristiana. Dopo la celebrazione siamo andati nel giardino del convento, a brindare e ridere, con Paolo e Anna che non si contenevano dalla gioia, con i nonni e gli altri familiari, e la piccolina che mormorava nella culla vestita di bianco.

Oggi, 19 marzo 2007, è ancora vestita di bianco, i fiori la circondano in un impressionante tappeto di rami che coprono la navata della parrocchia San Giovanni Battista de Rossi. E’ iniziata la Messa e di fronte a me ho Paolo e Anna in lacrime, i nonni e gli zii. Rapidamente mi rendo conto che, in questi quindici anni, ho perso qualcosa. No, non lo dico solo per qualcosa di così raro, in una grande città, come vedere 2.000 persone unite in un funerale, piangendo all’unisono con un pianto sereno, più di ammirazione e simpatia che di dolore disperato. Non lo dico neanche perchè risulta che tra gli anni che sono stato in Spagna ed il fatto che adesso questa cara famiglia celebra l’Eucarestia domenicale a San Tommaso in Formis (prima casa dell’Ordine a Roma), ho visto Giulia soltanto in due occasioni, di sfuggita, ricordandole la festa della sua nascita. Bella, bellissima, simpatica con occhi preziosi, dico che ho perso qualcosa, perchè ascoltando Arsenio, che presiede il funerale, trinitario molto amico della famiglia, e udendo le testimonianze di amici e compagni, in una celebrazione come io non ricordo altra (si prega con ciò che si dice e si ascolta, in una mescola di pace trafitta da duemila lacrime, anche le mie), mi rendo conto che sto vivendo uno di quei momenti che vale la pena di essere vissuto. Che sono una grazia di Dio, come Giulia.

Era una ragazza semplicemente incantevole, impegnata negli studi, buona compagna, amica fedele ed entusiasta delle buone cose. Cristiana, come i suoi bravi genitori. Tutte le domeniche partecipava alla Messa a San Tommaso, aiutando Arsenio nella celebrazione,

di Pedro Aliaga

leggendo le letture. Precisamente lì l’ho vista, ora ricordo, saranno sei o sette anni fa, che saltava come la creatura che era, tra le scale del giardino della chiesa. Con una precoce ed intensa vocazione missionaria, si rattristava per il dolore e la povertà dei più poveri, soprattutto dell’Africa. Ma a differenza di molte nostre reazioni, che sfociano in un lamento poco più che sterile, Giulia sognava di andare in Africa come missionari; questo si “con un ragazzo”, perchè voleva sposarsi con un marito molto bello”. Oltre ai sogni, collaborava con le missioni trinitarie del Madagascar, ed è una delle maggiori collaboratrici del progetto “Una scuola per il Malawi”, promosso dalla sua scuola.

Nell’ottobre 2005 si è manifestata la crudele e fatidica malattia, un tumore osseo, che l’ha portata ad entrare negli ospedali di Bologna e Roma, in cerca di una guarigione che non è arrivata. Nell’anno e mezzo del suo calvario, non si è mai lamentata, e ha cercato di mantenere sempre il sorriso, avendo sempre parole buone e di apprezzamento per i medici ed infermieri che l’hanno curata, dando un esempio di pazienza e serenità che ha lasciato sorpresi quanti l’hanno conosciuta. Devota alla Vergine, nei momenti di maggiore abbattimento, recitava il Rosario, chiedendo la vicinanza di Maria.

Nell’ultimo mese, la metastasi ha fatto si che, progressivamente, il tumore si estendesse dal femore alle spalle e ai polmoni, non potendosi neanche stendersi per riposare. Ha passato un mese la Policlinico Gemelli, curata con sedativi, per evitarle i dolori della malattia. In queste circostanze, lo scorso Natale, Giulia ha scritto una lettera ai suoi genitori; un testo straziante, che è stato letto integralmente al funerale, con l’emozione che i lettori possono immaginare, e che rivela una spiritualità e una forza d’animo straordinari. La frase centrale “Io non sono la persona più sfortunata del mondo, perchè ci sono altri che devono lottare con la fame e la povertà”, e nelle righe seguenti, dava ai suoi genitori il suo regalo di Natale: l’adozione a distanza di un bambino in Madagascar e un altro in India, attraverso le missioni trinitarie.

Fu pochi giorni prima di addormentarsi definitivamente che Giulia confidò a sua madre che voleva andare missionaria in Africa, e che in sogno, aveva visto suo nonno, recentemente scomparso, che “l’accompagnava verso Gesù”; lei era vestita di bianco, e si avvicinava all’altare, dove stava il sagrato.

Giulia ha varcato l’altra sponda. Sull’altra riva restiamo noi altri, la sua famiglia, la sua scuola, i suoi professori, i suoi compagni, i suoi amici, medici e infermieri, testimoniando che Giulia vive in Dio e per Dio, e qui stiamo noi per essere un simbolo di questa vita nuova che lei ha ricevuto, con il nostro amore verso questo essere unico. Chiedendoci, nel più profondo dell’anima, il segreto di tanta generosità e gioia, e facendo un ineluttabile esame di coscienza.

Il 24 aprile, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, si è recato alla scuola di Giulia.
I suoi compagni di classe, il giorno successivo al funerale, gli avevano scritto una lettera, raccontandogli la storia della loro amica. Il sindaco è venuto di persona, per rendere omaggio a questa piccola romana, alla presenza dei suoi genitori. Pochi giorni dopo, Veltroni andrà in Malawi, per inaugurare la scuola “Roma”, al cui progetto aveva collaborato Giulia, promettendo che una delle aule prenderà il suo nome. “Esempio di massimo altruismo e di gioia di vivere”, l’ha definita il sindaco, sotto uno striscione fatto

dai suoi compagni, che diceva “Giulia, un angelo tra noi”. Anna, la mamma, ha affermato, seguendo ciò che sua figlia le aveva scritto a Natale: “Giulia non è stata sfortunata, perchè non si è lasciata vincere dalla malattia, e ha vissuto veramente tutti i suoi 16 anni”.

Una storia come questa merita di essere raccontata. Se avessi i mezzi in mio potere, porterei Giulia alla ribalta dei giornali e dei telegiornali, come una buona notizia di una giovane e straordinaria ragazza che, come ha detto Veltroni, aiuta a tenere vivo il senso meraviglioso di questi giovani che nella società caotica e cinica, continuano a credere nei valori della solidarietà. Giulia è un segno di speranza dato da Dio a quanti l’hanno conosciuta. Questa amica della nostra Famiglia Trinitaria è stata ed è un angelo che ci accompagna con la sua bontà e sorriso. Un angelo al quale io ho potuto vedere e salutare e che accompagnerà sempre la mia fede e i miei ricordi, con la semplicità di vederla saltando sulle scale del Celio. Solamente per averla conosciuta mi sento privilegiato e rendo grazie a Dio. E le chiedo che, da lì su, continui a darci motivi per sognare con un cielo e una terra nuovi.

LOS ÁNGELES EXISTEN, YO HE VISTO UNO

(Giulia Songini, Roma 1991-2007)

di Pedro Aliaga

 

Sus padres, Paolo y Anna, son de esas personas buenas y cariñosas porque sí. Cristianos de los de verdad, los recuerdo todos los domingos en la misa de San Carlino, animando la celebración con los cantos y las lecturas. Eran – son – de esos buenos amigos de la comunidad, que compartían sus cosas con nosotros, en inolvidables momentos de charla en el jardín. La más grande de las alegrías para este joven matrimonio, nos llegó como noticia sorprendente un domingo de 1991: una caja de “Cardenal Mendoza” en la sacristía, con un biberón dentro. ¡Iban a ser padres! Y un día de san Juan de Mata, 17 de diciembre de 1991, nació ella. Giulia. Tenía que nacer en esa fecha…

Los lectores se podrán imaginar la fiesta que era los domingos ver llegar a San Carlino a los papás con la criatura en el carrichoche. Veinte frailes en corro, hablando quedo, quedito, para no despertarla, dedicándole lo mejor de las bendiciones y piropos del repertorio español e italiano para celebrarla. Paolo y Anna querían que se bautizara en San Carlino, “su iglesia”. No fue posible, por aquello de que no es parroquia. Pero como todo tiene arreglo en esta vida, fue bautizada en San Vitale. Y allá nos fuimos los frailes con guitarras y bandurrias, para cantar las alegrías de Giulia cristianándose. Y después, la celebración fue en el jardín del convento, con brindis y risas, con Paolo y Anna que no cabían en sí de contento, con los abuelos y demás familia, y la chiquitina bullendo en su capazo. Vestida de blanco.

Hoy, 19 de marzo de 2007, también va vestida de blanco. Las flores le hacen corro en un impresionante tapiz de ramos que cubren el crucero de la parroquia San Giovanni B. de Rossi. Ha empezado la misa, y enfrente de mí tengo a Paolo y Anna, llorando. A los abuelos, a los tíos. Y rápidamente me doy cuenta de que, en estos quince años, me he perdido algo. No, no lo digo sólo por algo tan raro, en una gran ciudad, como es ver a 2.000 personas juntas en un funeral, llorando al unísono con un llanto sereno, más de admiración y cariño que de dolor desesperado. Tampoco lo digo porque, entre mis años en España, y que esta querida familia celebra ahora la Eucaristía dominical en Santo Tomás in Formis (primera casa de la Orden en Roma), a Giulia la he visto sólo en dos ocasiones, de paso, recordándole las fiestas de su nacimiento. Guapa, guapísima de simpatía y de dos ojos preciosos. Digo que me he perdido algo, porque escuchando a Arsenio, que preside el funeral, trinitario muy amigo de la familia, y oyendo los testimonios de amigos y compañeros, en una celebración como yo no recuerdo otra (se reza con lo que se habla y se oye, en una amalgama de paz cruzada con dos mil llantos, también el mío), me doy cuenta de que estoy viviendo uno de esos momentos que merece la pena haber vivido. Que son una gracia de Dios. Como Giulia.

Era una chica sencillamente encantadora. Comprometida en los estudios, buena compañera, amiga fiel y entusiasta de las buenas cosas. Cristiana, como sus buenos

di Pedro Aliaga

padres. Todos los domingos participaba en la misa en Santo Tomás, ayudando a Arsenio en la celebración, leyendo las lecturas. Precisamente allí la vi, ahora lo recuerdo, hará unos seis o siete años, saltando como una cría que era, en las escaleras del jardincillo de la iglesia. Y con una precoz e intensa vocación misionera. Le dolía el dolor y la pobreza de los más pobres, sobre todo de Africa. Y, a diferencia de muchas de nuestras reacciones, que se quedan en un lamento poco más que estéril, Giulia soñaba con irse al Africa como misionera; eso sí, “con un chico”, porque tenía decidido casarse “con un marido bien guapo”. Y más acá de los sueños, colaboraba con las misiones trinitarias de Madagascar, y fue de las más decididas colaboradoras del proyecto “Una escuela para Malawi” promovido por su colegio.

Fue en octubre de 2005 cuando se le manifestó la cruel y fatídica enfermedad, un tumor óseo, que la ha llevado por hospitales de Bolonia y Roma, en busca de una curación que no ha llegado. Durante el año y medio de su calvario, nunca se ha quejado, y ha tratado de mantener siempre la sonrisa, teniendo siempre palabras de cariño y agradecimiento hacia los médicos y enfermeras que la han atendido, dando un ejemplo de paciencia y serenidad que ha dejado sorprendidos a cuantos la han conocido. Devota de la Virgen, en los momentos de mayor abatimiento rezaba el rosario, pidiendo la cercanía de María.

En los últimos meses, la metástasis hizo que, progresivamente, el tumor se extendiera de la pierna a la espalda y pulmones, no pudiendo ni siquiera acostarse para descansar. Ha pasado un mes en el Policlínico Gemelli, en cuidados sedativos, para evitarle los dolores propios de la enfermedad. En estas circunstancias, en la Navidad pasada, Giulia escribió una carta a sus padres; un texto estremecedor, que fue leído íntegro en el funeral, con la emoción que los lectores podrán imaginarse, y que revela una espiritualidad y fuerza de ánimo extraordinarios. La frase central: “Yo no soy la persona más desafortunada del mundo, porque hay otras que tienen que luchar contra el hambre y la pobreza”. Y, a renglón seguido, daba a sus padres su regalo de Navidad: la adopción a distancia de un niño en Madagascar y de otro en la India, a través de las Misiones Trinitarias.

Fue pocos días antes de dormirse definitivamente cuando Giulia confió a su madre que quería irse de misionera al Africa. Y que, en sueños, había visto a su abuelo, recientemente fallecido, que “la acompañaba hacia Jesús”; ella iba vestida de blanco, y se acercaba al altar, donde estaba el sagrario.

Giulia ya se ha marchado a la otra orilla. En la otra ribera quedamos los demás, su familia, su colegio, sus profesores, sus compañeros, sus amigos, médicos y enfermeras, testimoniando que Giulia vive en Dios y para Dios, y aquí estamos nosotros para ser un símbolo de esa vida nueva que ella ha recibido, con nuestro cariño hacia este ser único. Preguntándonos, en lo más oculto del alma, por el secreto de tanta generosidad y alegría, y haciendo un ineludible examen de conciencia.

El 24 de abril, el alcalde de Roma, Walter Veltroni, ha ido al colegio de Giulia. Sus compañeros de clase, al día siguiente del funeral, le escribieron una carta, contándole la historia de su amiga. Y el alcalde vino en persona, para hacer un homenaje a esta pequeña romana, al que asistieron sus padres. Pocos días después, Veltroni iría a Malawi, para inagurar la escuela “Roma”, en cuyo proyecto había colaborado Giulia, prometiendo que

una de las aulas llevará su nombre. “Ejemplo máximo de altruismo y de alegría de vivir”, la definió el alcalde, bajo una pancarta confeccionada por sus compañeros, que decía “Giulia, un ángel entre nosotros”. Y Anna, la mamá, afirmó, siguiendo aquello que su hija le había escrito en Navidad: “Giulia no ha sido desafortunada, porque no se dejó vencer por la enfermedad, y ha vivido verdaderamente todos y cada uno de sus 16 años”.

Historias como ésta merecen ser contadas. Si tuviera los medios a mi alcance, pondría a Giulia en las cabeceras de periódicos y telediarios, como una buena noticia de una joven y extraordinaria chica que, como diría Veltroni, ayuda a tener vivo el sentido maravilloso de estos jóvenes que en una sociedad caótica y cínica, continúan creyendo en los valores de la solidaridad. Giulia es una señal de esperanza dada por Dios a cuantos la hemos conocido. Esta amiga de nuestra Familia Trinitaria ha sido y es un ángel que nos acompaña con su bondad y sonrisa. Un ángel al que he podido ver y saludar, y que acompañará siempre mi fe y mis recuerdos, con la sencillez de verla saltando en las escaleras del Celio. Sólo por haberla conocido me siento privilegiado y doy gracias a Dios. Y le pido que, desde allí arriba, siga dándonos motivos para soñar con un cielo y una tierra nuevos.

Lettera a LE FORMICHE DI GIULIA di Arsenio Llamazares Ugena

Cari amici responsabili de LE FORMICHE DI GIULIA e membri tutti dell’Associazione, 

Un molto cordiale saluto, insieme ai migliori auguri di pace e bene! 

Parlo di felicissima e provvidenziale coincidenza perché questa festa vuole celebrare l’infinito amore del nostro Salvatore per l’umanità. Simbolo di questo amore è il Suo Sacro Cuore. La festa ha le sue origini nelle visioni di S. Margherita Maria Alacoque, alla quale il Signore disse: “Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda”. Diceva la santa che il Signore vuole ispirare nelle anime un amore generoso che, rispondendo al suo, li assimili interiormente al divino modello. 

Ebbene, secondo me questo è proprio quello che vuol fare la vostra Associazione! 

Infatti, con cuore generoso vi dedicate fondamentalmente a promuovere iniziative finalizzate all’aiuto dei bambini bisognosi nelle diverse parti del mondo. Non pensate che questo sia appunto un riflesso dell’amore di Dio? Non è stato l’amore di Dio ad ispirarvi tanti gesti di amore verso i bisognosi? Non è proprio per amore di Dio che dedicate tante ore a servire gli altri? Oh sì! Così facendo, siete uno specchio nel quale si riflette l’amore di Dio. Siete anche voi, membri tutti dell’Associazione, gente di cuore grande! Grazie per la vostra bellissima testimonianza! 

Non va dimenticato poi che il gesto che ispirò la nascita della vostra Associazione è stato un gesto di amore di Giulia, una indimenticata ed indimenticabile ragazza di cuore grande, di cuore immenso, che da fedele seguace di Cristo, volendo mettere in pratica nella sua vita il comandamento fondamentale della nostra fede, cioè il comandamento dell’amore, pensò, proprio per amore, in coloro che “devono combattere contro fame e povertà” (testo della sua lettera) e in coloro che “in questo periodo se la passano peggio degli altri” (idem.). Si può aggiungere altro di più bello? Non occorre! 

Il Signore elargisca su tutti voi e sui vostri cari le Sue benedizioni e vi dia la forza per rimanere saldi nella fede e sempre desiderosi di servire gli altri in maniera gioiosa ed entusiasta. 

Concludo ricordando che in un papiro egiziano di circa 4000 anni fa, troviamo l’espressione della comune nostalgia d’amore: “Cerco un cuore su cui appoggiare la mia testa e non lo trovo, non ci sono più amici!”. Lo sconosciuto poeta egiziano era dolente per ciò, ma noi siamo pi fortunati, perché l’abbiamo questo cuore e questo amico, al pari di s. Giovanni Evangelista che poggiò fisicamente il suo capo sul petto e cuore di Gesù. Possiamo avere piena fiducia in un simile amico. 

Vi prego, amici responsabili delle “FORMICHE DI GIULIA” di far arrivare a tutti i membri dell’Associazione i miei auguri, certi anche del mio ricordo nella preghiera. La Messa di oggi (alle ore 19’30) la offrirò per le intenzioni di tutti i membri dell’ Associazione. 

Con sensi di viva riconoscenza ed amicizia, un cordialissimo saluto da Madrid. 

Arsenio Llamazares Ugena